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Le grandi opere pubbliche del passato
Fondata nel 200 a.C. dai romani, Meldola fu anticamente un luogo d’incontro fra le popolazioni umbre e quelle galliche; dominata nel corso dei secoli dallo Stato Pontificio, dagli Ordelaffi, dai Malatesta, dai Borgia, dagli Aldobrandini e dai Doria Pamphili, la città presenta oggi diversi edificî monumentali a testimonianza della sua importanza.
Il Ponte dei Veneziani che sorge sul fiume Bidente prende il nome dal periodo storico in cui la città fu sotto la dominazione della Repubblica Veneta (1503-1509) a cui ne è attribuita la costruzione: durante i lavori di ripristino a seguito della sua distruzione avvenuta durante il passaggio del fronte di combattimento della Linea Gotica nel 1944 si scoprì infatti che la base del ponte, secondo le tecniche utilizzate dai lagunari, era stata costruita in appoggio su delle palafitte.
«I Veneziani, nell’anno 1500, secondo alcuni, o nell’anno 1200, secondo altri, restaurarono il ponte già esistente, come del resto è avvenuto anche recentemente dopo le distruzioni della grande guerra mondiale », scrisse su “La pié” Mario Maldini, il geometra che si occupò della ricostruzione e del restauro del ponte caratterizzato dalle cinque arcate a tutto sesto; e documentato già a partire dal Trecento, infatti, alcune testimonianze storiche riportano come sul luogo fosse ricordato un ponte preesistente integrante l’antico acquedotto romano.
Costruito fra il 98 e il 117 da Plinio il Giovane per volontà dall’imperatore Traiano che voleva portare acqua a Ravenna e successivamente restaurato da Teodorico nel V-VI secolo, l’acquedotto che era lungo 50 km nel tempo cadde in disuso e a causa della subsidenza del terreno durante il XII secolo le sue rovine, tutt’ora esistenti nel sottosuolo della città, sprofondarono nel terreno.
L’importanza e la centralità di questo antico tracciato non è dimostrato solamente dai rinvenimenti archeologici di numerose e importanti testimonianze storiche della presenza di famiglie romanizzate e di una grande villa fortificata di epoca teodoriciana con ambienti decorati da mosaici policromi i cui resti sono oggi custoditi presso il Museo Archeologico di Forlì, ma anche dal fatto che su di esso, oltre due millenni dopo, è sorto grazie alla costruzione nel 1982 della Diga di Ridracoli l’Acquedotto della Romagna che raggiunge una cinquantina di comuni fra le province di Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini.
Ma se l’acquedotto non è più visibile, oggi, sono altre le opere che si possono ammirare oltre al Ponte dei Veneziani come l’imponente Rocca e la piazza Orsini su cui si affacciano il Loggiato Aldobrandini, il Palazzo Doria Pamphili e il Palazzo Comunale con la torre dell’orologio, per restare in città, oppure, nelle frazioni vicine, il bastione difensivo di Rocca delle Camminate al confine tra Meldola e Predappio o il borgo fortificato di Teodorano con il suo splendido castello.